TRE RIGHE PER NOVE DOMANDE
1) Che cosa è per te la fotografia?
L’etimo dice che si tratta di “scrittura con la luce”. Non è così semplice, però, definirla nel contesto della storia che ogni parola acquista nel tempo.
Se sto alla etimologia, fotografia è scrivere con la luce – ma da qui ne discende tutta una serie di complicazioni economiche, sociali, culturali, etc.
che meritano di essere conosciute. Così non ci sia annoia.
2) Che cosa è per te fare fotografie?
Beh, è un gesto legato a diversi piaceri. L’uso di un attrezzo, lo spostamento nei luoghi, l’incontro con persone, guardare il mondo con una certa attenzione, ri-guardare il prodotto creato dallo scatto, descriverne gli esiti. Sono diversi piaceri, e non sono sempre contemporanei. In ultimo il piacere del riconoscimento di valore (estetico, sentimentale, documentale) nella condivisione con persone, non solo “esperte”.
3) Perché ti sei iscritto al club effeunopuntouno?
Perchè credo nell’effetto salubre della comunità, di uno stare insieme nella condivisione. Si impara a stare meglio anche con se stessi, anche se costa un po’ fatica, vivere la vita di un collettivo. Il club effeunopuntouno? perchè è vicino casa mia e perchè lo so vivace di iniziative.
4) Quali attrezzature usi per fare fotografie?
Una macchina digitale, ma la cambio spesso – “facendo cambio”per evitare salassi inutili – perchè uso l’attrezzo come spinta motivazionale a fare foto. Novità tecnica? Proviamola, usciamo, andiamo, scattiamo…Così facendo non mi lascio condizionare dalla tecnica, ma forse non è poi così vero.
5) Perché fai fotografie?
Perchè poi le devo commentare. Se non le commento è come se non esistessero.Molti anni fa era diverso, ma oggi è questo che accade. E mi rendo conto che può essere considerato un “optional” presuntuoso. In realtà nasce dal fatto che di fronte ad una immagine fotografica mi viene voglia di capire perchè, per come, perché sì , perché no…
6) Quando fai fotografie?
Eh…non c’è un momento particolarmente dedicato. Direi: quando ne ho voglia, il che deriva da fattori multipli. Per esempio una gita fuoriporta, la luce del mattino, il desiderio di guardare con l’obiettivo fotografico cose e posti ordinari o abitudinari. E’ una bella domanda, questa, ma costringe ad uno sforzo di interrogazione verso se stessi. In tre righe…è poco. Ma lo farò, promesso.
7) Dove fai fotografie?
Già, dove? Adesso che ci penso meglio dico: le faccio vicino alle cose, e non vicino alle persone. Mi interessano le cose che hanno i segni delle persone. Ma non direi le architetture; direi più le “minutaglie”, i dettagli, gli spazi che si nascondono dietro l’ordinarietà. Non amo viaggiare, questo è un dato di pigrizia che vorrei combattere, cercando gite-in-giro magari in compagnia. Ma so che è dura.
8) Con chi fai fotografie?
Se si scrive con la luce, allora è chiaro che è un gesto individuale. Questo non toglie che non sia possibile avere compagnia, talvolta. Però fare fotografie presuppone comunque una concentrazione visiva uno spostamento nello spazio, un “ritmo” del tutto personale nel farlo che resta difficile condividere con altre persone.
9) Fino a quando farai fotografie?
Molti anni fa avrei detto “sempre” e invece poi ho smesso per molti anni a seguire senza alcun rimpianto. Ora, dopo aver ripreso, non azzardo più promesse e dico: fino a quando io e la fotografia vivremo insieme
Silvano Sbarbati